ALESSANDRO BERGONZONI
Parte prima
(così arriva anche prima)
I curiosi
tornarono nella curia e i bagnini sulle tedesche come se
niente fosse successo. E difatti non era successo niente. O
quasi.
Il piancito di cotto del signor Bianconiglio
infatti si era trasformato in mortadella e il cartello
stradale «con pioggia e gelo prudenza» si era trasformato in
«con pioggia e gelo cappottino».
Una famosa industria di gelati inventò il
ghiacciolo al pollo, con una coscia di pollo al posto del
bastoncino e tutto attorno brodo. Per il lancio del prodotto
vennero provinate centodue galline e un ariete, poi fu
deciso di affidare la campagna pubblicitaria a un giovane
pulcino con le scarpe ortopediche, amico dell'ariete, che
aveva già fatto alcuni spot sulla carta smeriglia e sui suoi
tre usi ruvidi.
Il ciclo era terzo, la bilancia segnava le dieci
e mezzo. L'insegna luminosa del negozio «macelleria e
giocattoli» stava a significare che lì vendevano ai bambini
carne da cannone.
Nelle sale d'attesa dei tabaccai e degli
ambulatori c'erano neonati da operare di barba praecox,
magnoglie a cui dovevano togliere una «g», la vecchia nonna
di un astronauta che ogni dieci minuti ripeteva, grattandosi
un occhio: «Ho un nipote nell'orbita», e anche un distinto
signore a cui l'eleganza e la distinzione non impedivano di
colpire i presenti con un arcione gridando «come ai poveri
tonni, come ai poveri tonni!», e poi tanta altra gente coi
denti talmente radi che tra l'uno e l'altro ci si poteva
vedere il filo con la roba stesa.
Fuori le ruspe stavano spostando alcuni
dispiaceri quando i cavalli assunti in un'oreficeria ebbero
le prime difficoltà a provare anellini e collanine alle
clienti ma soprattutto a dire il prezzo e a dire grazie (equinità
e carati non era un accostamento felice).
Ricordo addirittura che alcuni miniaturisti
riuscirono a mettere un dito in un occhio ai moscerini e a
provargli anche la pressione, mentre le donne delle pulizie
coi begli occhi spazzavano il piancito con le ciglia.
Strano? No! Quindi «stranono».
Almeno questo dice la famosissima «Enciclopedia
del quieto vivere» dove sono riportate queste ed altre
verità della storia assoluta (l'unica storia opinabile).
Infatti ci sono libri che migliorano l'indole di
una persona rendendola meno indolente cioè più viandante:
l'«Enciclopedia del quieto vivere!» è uno di questi. Pagine
di spiegazioni e delucidazioni, l'esempio più evidente della
grande opera enciclopedica e soprattutto ciclopica (date le
dimensioni di enorme velocipede).
Va detto che prima di questa stesura il sapere
procedeva a cucci e prillini sulla scia di un trattatello
smilzo e senza tonsille chiamato il vademecum
dell'imbecille, che conteneva le spiegazioni di alcune
verità, del tipo «chi è senza mani scagli la prima pietra»
oppure «corta non è la canottiera che resta appesa alle
orecchie».
A differenza di questo trattato, l'«Enciclopedia
del quieto vivere» mette al bando le ciance, rosicchia
l'osso e arriva al nodo senza legarsela al dito, e lo fa
partendo proprio dalle origini, da quando, cioè, l'uomo era
pinnato e mascherato (spingendosi poi fino all'invenzione
del carnevale e del lungo mare, a dimostrare come tutto
muta). Infatti ci tramanda come San Daletto fu fatto scarpa
e come l'ombelico diventò un'oasi, come la mano diventò
palmo e come il maglione marron diventò cammello.
Da
Alessandro Bergonzoni,
Le balene restino sedute,
Milano, Mondatori 1989,
pp. 107-110. |