GIOBBE COVATTA
Adamo ed Eva
Riassunto della puntata
precedente:
In sei giorni
il Signore aveva creato tutte le cose: il sole, la luna,
quello scemo di Maradona, i puffi, la forfora, e tutti gli
animali del creato, tranne Andreotti, che era già suo
segretario da tempo immemorabile.
E allora il Signore disse:
«Orsù, prendiamo del fango. Orsù, impastiamolo. Orsù...»*
Poi ci sputò
sopra, e nacque Adamo. E Adamo, asciugandosi il viso, disse:
«Cominciamo bene!».
Ma i suoi guai non erano finiti lì, perché il Signore, non ancora
soddisfatto, gli fece l'anestesia totale e creò la donna.
E Adamo disse:
«Signore, manca un pezzettino...»
Ma il Signore rispose:
«No, questa è la donna.»
E Adamo ancora disse:
«Signore, mancano almeno tre etti... Si vede a occhio nudo!»
Ma il Signore non volle sentire ragioni, e li mise entrambi in un
posto così bello che si chiamava come un cinema a luci
rosse: Eden.
E allora il Signore disse:
«Qui potete mangiare di tutto: carne, pesce, pane e Nutella,
fritto misto, pizza margherita, ma non le mele, le mele no,
LE MELE No!»
E Adamo rispose: «Non ti incazzare...
Ci stanno gli aranci che mi piacciono pure di più...
Mangeremo gli aranci!».
Ed ecco che
Adamo si diede a dare i nomi agli animali.
E diceva: «Tu ti chiamerai
levriero, tu ti chiamerai porco...».
E il maiale diceva: «Ma come?! Quello
levriero e io porco? E dove sta la giustizia divina?». «E che cosa dovrei dire io, allora?»
si lamentava lo scarrafone.
In quella. Eva si trovava vicino a un albero; a un tratto si girò e
vide un serpente. E disse: «Che
schifo!». «Sei bella tu!» rispose il serpente, che era permaloso.
Ed ecco che prese a parlare a Eva
con voce suadente: «Le mele fanno bene, contengono le
vitamine, una mela al giorno leva il medico di torno, meglio
farsi le mele che farsi le pere... Se mangerete di questo
frutto diventerete intelligenti».
Ed Eva disse: «Ma noi siamo
già intelligenti!».
E il serpente guardò Adamo e disse:
«Chillo è n'ora che va parlanno co' nu porco... Ti pare
intelligente?».
«È vero» rispose Eva, e sputò in faccia a Adamo.
«Che brutta giornata» disse Adamo.
«Sono stato appena creato e già mi hanno sputato in faccia
due volte.»
Ed Eva gli
offrì una mela, ma Adamo rispose:
«La mela no, costa un'ira di Dio!».
Ma Eva minacciò di portarlo in un ristorante cinese, e Adamo accettò la
mela. E mangiarono il frutto proibito.
Ed ecco
arrivò il Signore e disse: «Vi caccio, quant'è vero Dio!».
Ed Eva
suggerì piano a Adamo: «Diciamogli che siamo atei!».
Ma Adamo
scosse la testa: «Non posso, lo conosco personalmente», e si
coprì il viso per evitare che qualcuno gli sputasse in
faccia.
E il Signore
disse:
«Donna, tu
partorirai con gran dolore. Uomo, tu lavorerai con gran
sudore, ammesso che troverai lavoro. E la Terra produrrà
spine e sofferenze.»
E Adamo disse:
«Ma santo Dio, tutto questo per una mela? Domani tè ne porto
un chilo...».
«Non è per la
mela,» disse il Signore «è una questione di principio: oggi
la mela, domani la collezione di francobolli, che figura ci
faccio di fronte alla gente?»
«Ma se non c'è
nessuno!» disse Adamo, ma il Signore fece finta di non
sentire e sventolando il cartellino rosso se ne andò
dicendo: «A me!», che in antica lingua divina vuoi dire
«Addio», ma nessuno lo capì.
E Adamo ed Eva
abbandonarono il Paradiso terrestre, e affittarono una
caverna: due stanze, servizi e cucina abitabile, contratto
uso foresteria.
E Adamo
chiese a Eva: «Ti ha detto nulla la mamma?», ma subito
aggiunse: «Ah già, la mamma sono io!».
E dovettero
procedere per tentativi: prima un dito nell'occhio, poi un
piede in bocca, poi un ginocchio nell'orecchio... Fin quando
si conobbero in senso biblico.
E Adamo
disse: «È stato un piacere conoscerti, bambola, e a tè cosa
è sembrato?».
«Certo meglio
di quando mi hai infilato il gomito sotto l'ascella...
Comunque, per essere uno appena uscito dall'eternità, ci hai
messo proprio un attimo!»
E quella
notte Eva rimase incinta. E Adamo disse: «Che iella, alla
prima botta!».
Ed Eva disse:
«Potevi starci almeno attento, pensi solo a tè stesso!».
E fu così che
fu gettato il seme del primo uomo e anche quello della
prima incomprensione.
Ed Eva si
gonfiò sul ventre.
E Adamo
disse: «Prova con due dita in gola».
Ma Eva disse:
«Non è lo stomaco, questo è un figlio... Dobbiamo pensare al
nome da dargli!».
E Adamo
disse: «Se esce da dove sono entrato io, lo chiamiamo Houdini!».
E nacque
Caino, e Adamo lo guardò e disse:«Come è piccolo!
Io appena nato non ero così piccolo...».
E Adamo volle
conoscere di nuovo Eva. E il Signore vide e chiamò:
«Adamo!».
E Adamo, che
stava conoscendo Eva proprio in quel momento,
disse: «Questa
è la segreteria telefonica di Adamo. Non sono in casa...».
E il Signore
disse: «Adamo, non fare il cretino, e smetti di fornicare».
«E va be', e
le mele no, e fornicare no... Tu hai bisogno di uno
psicanalista!»
E per questa
distrazione Eva rimase incinta per la seconda volta,
e Adamo
disse:
«A proposito.
Signore, non è che potresti creare la farmacia? Sai come
vanno le cose: far bene la conoscenza fa bene alla
conoscenza...»
Ma Dio non
creò la farmacia, ed Eva non volle più conoscere Adamo. E
quando Eva voleva conoscere, Adamo aveva mal di testa.
E non si
trovarono mai più d'accordo su questo argomento, e questa fu
la vera maledizione per l'umanità.
Da
Giobbe Covatta, Parola di Giobbe, Milano, Mondadori,
2002, pp. 19-27…
*
«Orsù» ha probabilmente il significato di «Un, due, tre,
stella...». |