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Quadrupede dedito all'onanismo
Oppure
Animale particolarmente abile nell'individuare chi si
masturba spesso
Marco
marcoquinzio@gmail.com
|
Ciao Vincenzo, pubblicheresti questo
articolo che invio?
Cordialmente Rosario Muto
Finalmente le associazioni non
hanno capito un tubo, "protesi tossiche?"
Sono daccordo nel difendere il made in Italy, a
difendere il proprio mercato e regolare tutta una serie
di cose che noi tutti sappiamo ma, il problema è ben più
grosso di quel che sembra!
Primo punto molto preoccupante è: le aziende ci stanno
truffando con i materiali e negli ultimi anni ci stanno
vendendo leghe che di nobile non hanno nemmeno la puzza,
sono piene di robaccia inquinanti per le leghe stesse e
quindi durante la lavorazione diventano molto più
pericolose, sia per la tecnica sia per chi le deve
ricevere in bocca.
Il secondo punto è: tutti son bravi a tenere nel proprio
laboratorio lo stereomicroscopio ma, per fare cosa? Guai
a dirgli qualcosa, è il migliore! Mi dite a cosa serve
se con lo stereomicroscopio non si controllano i passagi,
non si cotrolla nulla di quello che si sta facendo?
Tutti corrono, sabbiano le proprie fusioni e non si
accorgono dei propri errori, dei propri falli!
Sig. vi posso garantire che la maggioranza degli
odontotecnici, immettono sul mercato dispositivi
tossici, pericolosi!
Sapete perchè...................?
Perchè gli odontotecnici non sanno ancora produrre
dispositivi a cera persa! Non sanno cerare, non
conoscono il sistema di canalizzazione di fusione, non
sanno fondere le leghe nobili e preziose, non conoscono
ne i materiali, ne i sistemi di fusione ne gli strumenti
e macchinari del proprio lavoro.
E' una
vergogna.....................................................................
Una cosa tengo a precisare, il problema non è solo
italiano, tutto il mondo è paese e chi si sente
superiore si faccia un esame di coscienza, in
particolare chi dice io lavoro con l'illustre.
Impariamo a lavorare, impariamo la chimica, la fisica,
la fisiologia e difendiamo il nostro orgoglio quando
operiamo con una certa dignità, per il diritto alla
salute di noi tutti.
Cordialmente Rosario Muto
Rosario Muto
C.T.U. 893 Tribunale di Prato
e-mail
rosario.muto@tiscali.it
Tel.0574/545700
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Vivere che passione
Di Walter Moretti
RECENSIONE
La vita
di Walter, non è mai stata facile. Nato povero in un paesino
del Veneto, si è dovuto sempre arrangiare. Cacciava gli
uccelli per mettere qualcosa sotto i denti, lavorava fin da
piccolo per poter guadagnare qualcosa e poter così
assicurare un po’ di benessere ai suoi familiari: aveva
poco, a volte niente del tutto. La mamma, Caterina, cercava
in ogni modo di dare ai suoi figli quello di cui avevano
bisogno, ma il padre, pittore e quindi con l’animo zingaro
tipico degli artisti, non aiutava quasi per niente il ménage
familiare.
Si può
pensare a questo libro autobiografico come ad un opera
divisa in due atti. Si alza il sipario e vediamo l’infanzia
col fratello Umberto, fra scorribande, primi amori e tanta
FAME. Come la divina Provvidenza del romanzo manzoniano che
fa da protagonista e collante alle storie, così la fame e
tutto ciò che ne deriva accompagna i vari ricordi del
piccolo e gracile Walter. Il secondo atto ci presenta il
nostro piccolo protagonista alle prese con l’adolescenza. È
un continuo chiedersi cosa sia il sesso e quelle sensazioni
strane che prova in presenza delle sue coetanee. I dubbi
restano finché, deciso a cambiare la sua vita in meglio,
Walter non decide di andare a lavorare in Germania.
L’ambiente, così nuovo e molto più evoluto del piccolo
paesino in cui è sempre vissuto, le donne, misteriose e
affascinanti, ma soprattutto molto più disinibite di quelle
italiane, gli permettono di risolvere tutti i suoi dubbi.
Vediamo allora Walter farsi finalmente uomo. La sua vita
cambia e viene stravolta di continuo, finché, raggiunta una
certa stabilità…..
Già
dalle prime frasi si può cogliere l’animo sensibile e
sincero del narratore, che si dichiara inesperto come
scrittore. Lo stile proprio per questo ne guadagna:
essenziale, schietto, tanto da rasentare la brutalità (le
scene di sesso non lasciano spazio all’immaginazione. Dice
tutto, ma proprio tutto!). Le molte riflessioni che
accompagnano gli eventi della sua vita ci permettono però di
scorgere la poesia e l’acume del suo animo, qualità che gli
permettono di divenire in breve tombeur des femmes:
“le donne mi piacevano tutte, sposate o non, anche le più
bruttine avevano qualcosa di speciale, di nascosto.
Conoscendole meglio erano graziose ai miei occhi, un sorriso
e capivo come erano dolci nel cuore e, vedendo il loro
corpo, diventavo rosso in viso.”
Un
romanzo che è una dichiarazione d’amore a tutte le donne.
Walter Moretti
e-mail:
walter-moretti@hotmail.it
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Primo Moretti
Artista Pittore da Conegliano
Primo
Moretti è stato un pittore innamorato del paesaggio veneto e
delle terre intorno a Conegliano.
Per
lui fare pittura significava stabilire un rapporto diretto
con la natura dei luoghi che frequentava.
Non a
caso, aveva scelto l'acquerello quale mezzo espressivo
idoneo a rappresentare il carattere mutevole dell'ambiente
che lo circondava.
L'acquerello è una tecnica difficile perché non ammette
incertezze nè ripensamenti. Rientra nell'ambito delle
pitture cosiddette "a fresco"; è il frutto di un intervento
diretto, non consente correzioni e richiede una certa
velocità esecutiva. L'acquerello ha bisogno di due elementi
fondamentali: l'acqua e la carta. L'acqua perché scioglie il
pigmento colorato successivamente applicato, la carta
perché dal tipo di superficie impiegata dipende la resa
finale del dipinto. Primo Moretti utilizzava prevalentemente
fogli di carta paglierina tenuti sulla verticale e qui
interveniva in maniera sicura, diretta.
La
sua preoccupazione era di restituire, sempre, l'immediatezza
di un'immagine perché nulla andasse perduto. Qualsiasi
frammento di realtà suscitava in lui un'emozione profonda e
sincera. Molteplici sono gli scorci di Conegliano con le sue
vie e le sue piazze: sono sempre pezzi di vissuto, calati
nella magia dei colori e della luce. Colpisce la memoria dei
luoghi, la resa dei particolari, la verità fatta emergere
dalla. pelle degli edifici e dalla natura circostante.
Quando si spingeva oltre la realtà cittadina, erano colline
e prati ad accogliere il suo sguardo in una prospettiva
aperta, dilatata, piena di vita. I colori creano forme
riconoscibili e portano in luoghi talvolta lontani ma sempre
segnati dalla presenza dell'uomo. Abbondano i toni del
verde; le macchie di azzurro, di bianco e di grigio si
concentrano nella parte alta dei dipinti per tradurre in
lontananza le montagne e i lievi cambiamenti atmosferici.
Capita frequentemente di imbattersi in pendii coltivati a
vigneto o ad alberi da frutto pronti per la raccolta. Le
stagioni si avvertono nel mutare delle foglie e nell'essenza
cromatica dei pigmenti scelti. La carta sulla quale Moretti
agisce è una sorta di terra vergine dove la polvere colorata
costruisce un paesaggio reale, riflesso dell'anima e delle
immagini interiori.
La
pennellata veloce riesce a dare sempre la stessa quantità di
luce ad ogni parte del dipinto e l'immagine risulta
governata da toni equilibrati e armonici. Primo Moretti non
ha mai dimenticato l'apprendistato pittorico avvenuto a
Venezia, nei primi decenni del novecento, presso il pittore
Brogi e tantomeno la collaborazione prestata agli assistenti
del maestro Ettore Tito. La città lagunare, con le sue
atmosfere delicate e con i suoi trapassi luminosi, ha
rappresentato un codice visivo e interpretativo di assoluta
importanza.
La
produzione pittorica di Primo Moretti è stata continuativa e
proficua.
Accanto ai paesaggi, emergono in modo vigoroso le nature
morte, in primis, i vasi di fiori. Qui il colore diventa una
necessità e assume una forza esplosiva che invade l'intera
superficie bidimensionale. Acquerello, olio e tempera danno
vita a composizioni fortemente cromatiche dove alla
trasparenza del vetro e dell'acqua si aggiunge il respiro
dei fiori e delle foglie. Il risultato è un tripudio di
luce, una ricerca costante rivolta al dettaglio e alla
forma.
L'interesse dell'artista si concentra sulla natura variegata
e mutevole di ogni specie descritta, prevalgono i toni del'
rosso, del rosa e del giallo. I fiori celebrano il tempo
che passa, i cambiamenti di stato, la mutevolezza insita
nell’istante che è unico, che non torna più.
A
volte compaiono strumenti musicali e la linea dolce e
sinuosa di una viola sembra accompagnare le note cromatiche
di un mazzo di rose appena composto.
Anche
il mondo animale trova una collocazione nell'universo
pittorico dell'artista. Sono animali da cortile e da stalla
descritti con tratti essenziali e fortemente realistici.
Appaiono forti, vigorosi, degni di vivere nei campi color
marrone e ocra appena arati, felici di appartenere alla
comunità di Nogarolo, paese nel quale Primo Moretti è
vissuto per oltre vent'anni. E molteplici sono gli scorci di
Nogarolo che appaiono sulle carte acquerellate: angoli di
memorie catturate, di vie percorse a piedi con
l'inseparabile borsa e cavalletto verso una incessante
scoperta.
Nelle
strade si incontrano persone, si vedono volti che accendono
curiosità e fermano il passo.
Sono
tanti i ritratti a inchiostro di china o carboncino che
Primo Moretti ha dapprima fissato nella memoria e poi
tradotto sulla carta. Il segno appare netto, deciso,
fortemente riassuntivo e capace di rubare in poche linee
l'intento e il carattere della persona descritta. Anche
quando utilizza l'acquerello o l'olio su tela, non tradisce
l'innata vocazione a guardare attraverso il visibile, a
riportare un'accurata fisionomia dei volti.
La
pluriennale esperienza pittorica di Primo Moretti si può
riassumere nella volontà di raccontare il quotidiano, o
meglio, il suo quotidiano, fatto di condizioni semplici,
epidermiche. Non c'è attesa, non c'è mistero, luce e colore
determinano superfici e individuano soggetti di volta in
volta perfettamente comprensibili.
Dentro questa dichiarata fedeltà alle forme, è contenuta la
passione di una vita interamente dedicata all'occhio, allo
sguardo, al colore perché tutto possa essere annotato nei
confini di un'immagine, dal momento che l'immagine, come
dice Robert Adams, "è più chiara della vita".
Per contatto
figlio E-mail:
walter-moretti@hotmail.it
Walter Moretti
e-mail:
walter-moretti@hotmail.it
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Fede fatalistica e/o
ipocrisia, salute a rischio radioattività, attualmente
protesica, zirconio/a è forse il materiale giusto
senza pericolo?
di Rosario Muto
Tutti più o meno
conosciamo i pericoli dell'atomica, basta guardare indietro nel tempo, le famose aggressive guerre, gli
incidenti nucleari (Cernobil) etc., il grande periodo
della sperimentazione nel sottosuolo, nell'atmosfera,
negli oceani e non solo; forse ancor di più la
preoccupante sperimentazione sull'uomo direttamente con
iniezioni e indiretta attraverso il trattamento
irradionico degli alimenti, sui bambini di cui il loro
futuro.............................. "Il grande periodo degli anni cinquanta, il pallino del
grande futuro e il grande potere ". Da qualche decennio, la grande preoccupazione, lo
smantellamento di tutti gli armamenti atomici nucleari,
la paura di quei paesi pazzi,
terroristici!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Oramai i danni sono stati fatti, attualmente la stragrande maggioranza
della popolazione comincia a pagare le conseguenze,
malformazioni, allergie, tumori, infiniti patologie
immunodepressive, !come possiamo sostenere che la vita si sia allungata? In Italia la stragrande maggioranza delle persone è
affetta da patologie alla tiroide, ci domandiamo come
mai? I campi elettrici interferiscono sulla biogenetica, sul
fattore primario della vita in generale, dal mondo
vegetale a quello umano, la radioattività non può essere
controllata, non sempre i valori bassi possono essere
valutati, non esistono valori indicativi minimi che non
rechino danni a: ...........non tutto è misurabile con
il gaiger, la natura è regolata da codifiche energetiche
di cui l'uomo non è ancora padrone, energie naturali che
possono alterarsi in presenza di situazioni o
interferite da.......................... indirettamente
sulla genetica del creato. Lo zirconio, la zirconia, poca differenza tra i due,
un fattore solamente economico, una lega metallica
bianca, ricavati entrambi dallo zirconio (radioattivo), quasi
sempre addizionata con l’yttrio (radioattivo),
attraverso un procedimento chimico. Forse credo che un pò tutti conosciamo lo zircone, la
sua durezza, la sua applicazione, la fonte della sua
estrazione, forse di più la sua bellezza e i suoi
colori, nessuno immagina invece il suo contenuto
energetico, la fonte della sua natura. Sì, la fonte è proprio nelle zone connesse a quelle
dell'uranio, in effetti tutte le qualità sono legate al
fattore energetico. Le leghe agli ossidi di zirconia,
di zirconio, sono strutture composte da più elementi e
ricavati da processi chimici, proprio per la loro
provenienza e per la loro trasformazione sono
radioattive e tossiche. Bene, queste sono l'ultima frontiera della scoperta
degli anni cinquanta e nuovo business attuale che invade
il mondo non solo nel campo dentale in protesi fissa. Ci siamo tanto preoccupati di tutto quello che poteva
essere il nucleare, e
adesso.............................. lo utilizziamo
addirittura in modo invasivo odontoprotesico? Sicuro, questo è il peggior sistema di interferenza
sulla nostra genetica, modificando o distruggendo tutte
le nostre difese immunitarie, la logica dei legami
genetici, biologici. In virtù di quanto vi dico, qualche sera fa, su RAI 2,
di sabato sera, sapete, la serie televisiva poliziesca
americana, dei casi non risolti!!!! "CASE COLD",
raccontavano di un caso irrisolto di cinquanta anni
dietro, proprio nei momenti di grande preoccupazione del
nucleare, di un orfanotrofio gestito da suore, la storia
era quella che un bambino morto in circostanze poco
chiare, senza che si trovasse la vera causa, il vero
colpevole, proprio questo, diede inizio una nuova
indagine a distanza di anni, una delle suore aveva
accordi con un centro di sperimentazione nucleare,
proprio qui finivano i bambini, per le loro prove
venivano alimentati con cibi trattati radionicamente,
quale poteva essere il valore radionico contenuto?
Infinitesimo, eppure dalle successive indagini è emerso
che quei bambini in età adulta sono tutti sterili non
fertili. Purtroppo a volte la tecnologia non sempre rispetta la
natura. Attualmente, nonostante le leggi a tutela della difesa
della Salute del Consumatore, nonostante le leggi sulla
libertà di scelta delle cure mediche, sulla trasparenza
e rintracciabilità dei prodotti e dei loro contenuti,
si continua a violare i propri diritti, alla propria
vita, a quelli economici e quelli dettati dalla Comunità
Europea a favore degli interessi delle solite lobbi
internazionali. Infatti, da qualche anno, nonostante tutta una serie di
insuccessi e allarmismi medici in campo protesico
ortopedico, si continua a pubblicizzare in modo
oppressivo attraverso tutti i media protesi totalmente
in ceramica, denominata FREE METAL (grande truffa,
pubblicità ingannevole), grande disinformazione su un
materiale con caratteristiche completamente opposte,
questa è propriamente un materiale con caratteristiche
simili a una lega metallica, i contenuti dipendono da
elementi metallici, arricchiti con zirconio e yttrio,
elementi ricavati in siti nucleari. Questo materiale è
pubblicizzato come la panacea di tutti i mali, mentre
invece è la causa di tante patologie conosciute da
ignari sofferenti e da tutta la scienza che studi i
comportamenti dei materiali. Come tutti gli altri lo Zirconio lo ritroviamo nella
tabella periodica degli elementi, questo elemento in
natura non lo ritroviamo mai in uno stato puro, e sempre
l’elemento principale di 50 tipi diverse di leghe,
viene estratto nelle vicinanze di un altro elemento
metallico ossia l’Uranio. Per la sua radioattività, con grande capacità
elettrodinamica e quindi con grande capacità di energia,
è molto utilizzato in tantissime materie ed in
tantissime altre applicazioni nel campo nucleare. Diciamo che per le sue caratteristiche è fortemente
utilizzato come: Fuel per quanto concerne proprio la ricerca nucleare in
campo nucleare, nel campo della energia per quanto riguardo la
produzione elettrolitica, ottimo dissipatore di energia in diverse situazioni o
sistemi di forte impatto termico, utilizzato nei materiali da rivestimento ceramico
industriale, alta tensione, altiforni, abitativo,
alimentare, dentale, ortopedico, rivestimento per lo
scudo protettivo in ambito spaziale durante l’impatto
con la pressione atmosferica nel rientro terrestre etc.
etc. Lo Zirconio insieme più precisamente diremo arricchito
all’Yttrio ed altri elementi come l’ossigeno, alluminio,
titanio etc. determina una lega metallica con
caratteristiche abbastanza importanti e nello stesso
tempo pericolose in campo applicativo protesico
sanitario. Il suo contenuto energetico, ben 5 volte più di una
comune lega metallica, può essere la causa di tutta una
serie di insuccessi sia in campo ortopedico, vedi gli
insuccessi delle teste femorali (dissociazione ionica
degli elementi metallici dello stelo femorale), vedi in
google zirconia problems , un allarme generale in
Australia e America da parte di tutto il settore
ortopedico già dall’ anno 1983 “Descrizione Capa Femoral
Di ceramica Della St Gobain Desmarquest Zirconia”,
Ceramica di Zirconia o “entro la notte, tutti i gatti
sono grigi”, Le informazioni urgenti su disintegrazione spontanea
delle protesi cape femoral dell’anca di zirconia. Come in tanti campi di applicazione anche nel campo
odontoiatrico è arrivata la Zirconia, come al solito
fare e dire, senza nessuna ricerca universitaria ha
avuto una grande spinta nel settore e già si contano gli
innumerevoli insuccessi, sotto il profilo tecnico
operativo-lavorativo, scarsa compatibilità
termoresistente con il rivestimento ceramico durante
l’interazione biologica nel tempo, per niente
resistente nelle zone ritoccate ed esposte, uno degli
insuccessi più sentiti sono in relazione alle tante
patologie e allergie più di quelle già conosciute
nell’utilizzo delle normali leghe metalliche comunemente
utilizzate, basta ricercare in internet “Metalli in
bocca di Rosario Muto”. Uno dei più grandi insuccessi può essere determinato
proprio dalla protesizzazione implantoprotesica per
dissociazione ionica degli elementi costituenti della
lega al titanio dell’impianto. Attualmente sentiamo pubblicizzare diversi nomi in
relazione all’utilizzo di questo materiale, il tutto
dipende dalla Azienda che ne determina il sistema di
lavorazione softwear per rifinitura micro-digitale ed il
nome del brevetto che ne affigge, in tutti i modi il
materiale è sempre lo stesso. Forse una grande qualità in meccanica automobilistica:
“L’iniettore di combustibile Cummins utilizza il nuovo
nucleo mobile ad alta resistenza e duro di Zirconio”.
Rosario Muto C.T.U. 893 Tribunale di Prato e-mail
rosario.muto@tiscali.it Tel.0574/545700 |
Ipocrisie ed
ambiguità sulla poltrona del dentista
Lettera di Rosario Muto pubblicata su Dental Labor 1/06
Prato, mercoledì 01
Febbraio 2006
Qualche giorno fa
sul Messaggero di Roma, il presidente della commissione
odontoiatrica dei medici ha dichiarato che in Italia 15000
odontotecnici sono abusivi, mi pare che tale affermazione
sia piuttosto grave e diffamante.
Il Fatto...
Dal lontano 1928 a
oggi il 99% degli studi dentistici, ha sempre preteso, in
diversa misura, la presenza e l'assistenza pratica nel
proprio studio dell'odontotecnico, per sopperire ad una
serie di carenze a livello professionale nel preparare la
bocca a ricevere una protesi, a svilupparne un progetto
riabilitativo, e a seguire le fasi di prova necessarie fino
alla applicazione definitiva. Ed anche per un'effettiva
impossibilità, a trasferire tutte le informazioni necessarie
per ultimare la protesi, secondo le esigenze del
paziente, che non si limitano ad una mera funzionalità,
ma sono tese verso una piena soddisfazione estetica. Il
tutto sempre nei termini di prestazioni gratuite (essendo
svolte illecitamente) e se possibile, al prezzo più basso
del mercato. Infatti l'odontotecnico, pur trovandosi a
svolgere una serie di consulenze, talvolta nella misura del
50% della giornata lavorativa, non può emettere una regolare
fattura per queste prestazioni, in quanto non abilitato a
svolgerle. In generale, all'odontotecnico viene
corrisposta soltanto una remunerazione relativa al numero
elementi protesici, effettivamente applicati dal dentista,
per cui se il dentista sbaglia un impronta,ad
esempio, ed il lavoro e da rifare, nel 99% dei casi per non
rovinare la relazione professionale, l'odontotecnico si
assume anche questo onere.
Attualmente non esiste legge che obblighi il medico a
conoscere oggettivamente la composizione chimico
merceologica dei materiali e delle loro applicazioni (di
solito non leggono neanche le indicazioni contenute al loro
interno), né tanto meno a conoscere il percorso di
realizzazione di una protesi. Oggettivamente non hanno
alcuna cognizione tecnico-protesica (giustamente? perché non
è il loro mestiere), così si avvalgono dei consigli dei loro
informatori sanitari, i classici rappresentanti commerciali,
ancora più carenti di conoscenza, e quasi sempre
propensi a far "sperimentare" nuove sistematiche. Sì
sperimentare, infatti quasi nessuna azienda effettua
seri test clinici sui prodotti immessi in commercio. Con il
risultato che il l'odontotecnico è costretto ad investire
dei soldi, per essere competitivo, in sistematiche "nuove",
di cui lui è il solo responsabile, i costi ed i rischi delle
quali, nel caso d'insuccesso (come si verifica quasi
sempre), ricadono solo su di lui.
Infine, in larga
misura, medici dentisti e odontoiatri, proprio fieri della
loro onnipotenza, demandano spesso operazioni cruente e
non, ad un personale non specializzato (le cosiddette
"assistenti"), senza né un corso professionale di base, né
una minima specializzazione.
La nostra impressione, se è vero che a pensar male si fa
peccato ma spesso ci si indovina, che a loro interessa
soltanto il grande business, con buona pace di Ippocrate.
A questo punto voglio cogliere l'attenzione di tutti voi e
porvi la domanda : secondo voi "chi è il vero abusivo?"
Se offendono di abusivismo una categoria professionale, che
con capacità e fantasia, riesce a risolvere tutti i problemi
derivanti dalla loro incompetenza tecnico-protesica, e che
come dei servi fedeli cercan solo di farli arricchire, mi
sembra francamente eccessivo volerli anche sottoporre alla
pubblica gogna. Se cosi non fosse, la protesi se la
farebbero da soli!
RIDATECI LA NOSTRA IDENTITA'! LA NOSTRA DIGNITA'
PROFESSIONALE ODONTOTECNICA. RIDATECI IL NOSTRO LAVORO. NON
VOGLIAMO PIU' ESSERE COMPLICI DELLA MALASANITA'.
A beneficio del consumatore, fermo restando che gli
odontotecnici non vogliono prevaricare la professionalità e
la competenza degli odontoiatri, non sarebbe meglio
istituire un albo professionale odontotecnico e far
risparmiare i pazienti, facendogli pagare la protesi
direttamente all'odontotecnico. Riconoscendo inoltre il
diritto e la competenza a questi ultimi, come
professionisti regolarmente retribuiti, di effettuare tutte
le registrazioni necessarie all'applicazione della protesi?
A mio avviso, dietro tanto astio e aggressività, si cela,
quello che ormai è divenuto "il segreto di Pulcinella".
Per quale motivo la grande lobby odontoiatrica non vuole che
gli odontotecnici si rivelino per quello che sono, cioè dei
seri professionisti.
Come potrebbero i dentisti giustificare le loro parcelle
favolose, senza addossarne la responsabilità al costo della
protesi.
Ma come ho detto, questo è il segreto di Pulcinella,
infatti ormai sono sempre più le persone che sanno che non
sono i costi di laboratorio a gonfiare i preventivi, infatti
nella maggior parte dei casi, questi incidono, per un quarto
del costo finale fino ad un decimo dello stesso.
Per questo motivo, nessun odontoiatra mostrerà mai la
fattura della protesi acquistata dall'odontotecnico. Provate
e vi sarà data la seguente risposta: "Devo chiederla alla
segretaria, gliela farò avere... l'ho già inviata al
commercialista non so se sarà possibile estrapolarne una
copia... non posso fargliela vedere perché potrebbe darle un
idea errata, sarebbe difficile spiegarle l'evoluzione dei
costi... bla... bla... balle!
Il mercato deve restare libero e gli odontotecnici schiavi,
questa è la verità. Stanno distruggendo la nostra
professione.
Rosario Muto
C.T.U. 893 Tribunale di Prato
e-mail
rosario.muto@tiscali.it
Tel.0574/545700 |
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