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Poesie con animali, piccole filastrocche

Tratte dal libro "Amato topino caro" di Toti Scialoja edito da Bompiani nel 1971.
Mancano i disegni del libro ma possono essere apprezzate anche così

 

Piccole poesie con animali
Testo in carattere corsivo Testo in carattere normale
Pipistrello, ti par bello
far pipì dentro l'ombrello?
L'ippopota disse: "Mo
nella mota ho il mio popò!"
Un orso è un orso,
non c'è soccorso;
da lui son corso
gli ho offerto un torso
mi ha dato un morso.
Un orso è un orso,
non c'è soccorso,
non ha rimorso.
L'istrice, attrice illustre,
recita parti tristi
con occhi lustri lustri
inchiostrati di bistri.
A Sciaffusa si è diffusa
la notizia
che le gatte fan le fusa
per malizia.
Una zanzara di Zanzibàr
andava a zonzo, entrò in un bar,
"Zuzzurellona!" le disse un tal
"mastica zenzero se hai mal di mar".
Frenando il triciclo mi chiede il tricheco:
"Sai dirmi, da amico, dov'è che mi reco?".
T'amo pio bue
anzi ne amo due.
L'uccello nero
salta leggero,
si chiama merlo
senza saperlo.
Quando gratto un gattopardo
mentre lecca lento il lardo
non mi degna di uno sguardo.
Ieri al crepuscolo, tra il lusco e il brusco,
vidi un minuscolo topino etrusco.
Topo, topo, senza scopo,
dopo te cosa vien dopo?
Questa sarta tartaruga
fa modelli in cartasuga,
sotto gli occhi ha qualche ruga
se le bagna, se le asciuga,
Ma non sogna che la fuga.
Quanto è buffa
la ranocchia
se ti adocchia:
si rannicchia
poi si tuffa
nella muffa.
 
Se una lucciola va in treno
c'è una lucciola di meno.
Sotto la gronda gridano le rondini:
"Sono grandìni i chicchi della grandine!"
Contro te, povero verme,
le lagnanze sono eterne.
Se busso la lepre che m'apre
mi copre di baci la punta del naso
mi dice: "Mi piaci per puro caso".
Trecento topi grigi
schierati alle Termopili
parevano terribili
perchè stavano immobili.
Uno due tre quattro
passa un gatto quatto quatto.
Quattro tre due uno
era un gatto di nessuno.
Ho visto parecchie lucciole
in ogni angolo del paesaggio
andare in brodo di giuggiole
per tutta una notte di maggio.
La stessa mosca ronza
e batte contro il vetro
a Monza, a Mosca, a Londra,
e persino a San Pietro.
Vecchio gabbiano volta gabbana
se impazza il vento di tramontana.
C'era una volta un polpo
con un volto di cera,
si volse a me di colpo,
non era più dove era.
Disse una tarma, a Parma, nell'armadio:
"Mangio una sciarpa, in calma e me ne vado!".
Se l'ape apatica
posa una natica
sul fior del cardo
diventa un dardo.
Son quattro le gatte che lappano al patto
di metter le patte nel piatto del latte.
Fuori Ladispoli passa una Lady
tiene al guinzaglio sei millepiedi,
tutti e sei vispi, tutti e sei discoli,
e, se non sbaglio , tutti suoi eredi.
A mezzanotte
la luna spicca
gobba a levante,
e il grillo inghiotte
la sua pasticca
di tranquillante.
A Corfù ci vive un corvo
star lassù lo ha reso torvo
non ha più nemmeno un soldo
guarda in giù con l'occhio tondo.
Quanto è languida l'anguilla
mentre scivola nel fango,
la saliva le scintilla
come quando balla il tango.
Due sciacalli giuocavano a scacchi
erano magri come due stecchi
uno era scettico l'altro era sciocco
uno pensava: "Se attacchi, mi arrocco?"
L'altro pensava: "Se arrocco, mi attacchi?"
e si scrutavano di sottecchi.
 
Nelle foreste estive dell'Estonia
la cetonia si desta e vola via,
va ad est, batte la testa, cade in estasi,
esclama: "Sempre festa, a casa mia!".
Fuori Farfa le farfalle
vanno in folla a far follie:
le pulcelle sono gialle
quelle azzurre son le zie.
C'è un coniglio in Campidoglio
guarda le oche e resta sveglio
tutto luglio mangia l'aglio
lo si sente per un miglio.
C'è una lepre, a Mestre, a destra,
che rimesta la minestra,
dopo un sorso si fa mesta,
lesta lesta la rovescia
a sinistra, fuori della finestra.
Sopra la sedia a dondolo
sconsolata una donnola
piange per un nonnulla,
ma l'addormenti dandole
la spinta che la culla.
Nel tufo c'è un buco fiorito di muffa,
nel buco c'è un gufo, seduto su un puf,
che è stufo, che sbuffa, e fa sempre: "Uff".
Vive sola in una sala
una savia salamandra,
sogna il sole e si consola
infilando chicchi d'ambra.
So di un tapiro che sta in Epiro
giuoca a birilli nel labirinto
soltanto i grilli non l'hanno vinto.
In fondo a un sentiero dove si sdrucciola
per tutta la notte mi chiama una lucciola.
Chiede il bombo: "Perchè ronzo?
Perchè vado sempre a zonzo
come un gonzo, senza meta?
Perchè peso come il piombo
sopra il fiore che si piega?".
In mezzo alle foglie la nuda ranocchia
si pappa una mosca né cruda né cotta,
un poco la inghiotte, un po' la sgranocchia,
infine la spolpa per quanto n'è ghiotta.
Se viaggia russando la vecchia tarantola
e sibila e rantola tra Taranto e Mantova
il controllore la scrolla, la brontola,
finch'essa, alterata, discende a Terontola.
Quando al picchio
in un picnic
salta il ticchio
di dir: "Sic!"
non lo picchio:
è un vecchio tic.
Un'oca bianca
come la biacca
allunga il becco
verso ogni stecco
benché di bacche non capisca un'acca.
Chien méchant, cane di Francia
quando abbaia vuol la mancia,
si controlla alla bilancia
e così non mette pancia.
Una giovane nottola
giuocava con la trottola,
le cadde in una botola
ed ancora ci rotola.
Un letto di piuma
un bagno di schiuma
un piatto che fuma
è il sogno del puma.
Sulla riva del Mar Morto
la marea nera borbotta,
ogni notte una marmotta
ci fa un bagno corto corto.
Se l'allodola si loda
non s'imbroda che la coda


 

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